lunedì, settembre 18, 2006

Tecniche di ripresa dei P.I.R.L.A.


Disturb
©Marina H. Rukarijekic

Alcuni albanesi senza permesso di soggiorno edificano una struttura abusiva.
La sciura impellicciata fa cacare il suo levriero sul marciapiede di fronte a Peck. Un giovane fermo al semaforo ascolta hiphop a tutto volume scaccolandosi a tempo.
Chi sono?
Sono persone che non desiderano essere fotografate.

Tanto per cominciare, giovane fotografo o curioso surfista notturno, scoprirai che quasi* nessuno desidera essere fotografato.

Il fotografo serio scatta lo stesso, e a questo forse è dovuta la fama di sciacalli, cinici e morbosi che in fondo non ci dispiace poi tanto.
La verità è però che rischiamo quotidianamente; dalle botte alla denuncia, dalla requisizione della macchina agli insulti, dagli abiti strappati agli sputi sull'obiettivo. Questi e molti altri fantasiosi ma inequivocabili segnali di dissenso.
Il problema è che il nostro è un mestiere che necessita della partecipazione di gente, gente che non ne vuol sapere di partecipare. Gente che non vuole essere fotografata se non è in posa, sorridente e col vestito buono. Gente che poi fa code di due ore per la mostra di Boubat, dove si sperticano in elogi sulle immagini di gente che è stata vittima nolente degli spari del fotografo.
Che fare, dunque?

Chiedere il permesso? Provate, poi raccontatemi come è andata.
In alternativa, leggete le mie tecniche di ripresa dei P.I.R.L.A. (Persone Indifferenti alle Regole del Lavoro Artistico), al fine di evitarne la transumanza nella pericolosa categoria dei P.I.R.L.A., (Pazzi Idrofobi Riconosciuti Latenti Assassini).
In pratica, come non farsi strozzare.

NB
Perchè non chiedo il permesso di scattare?
Semplice: prima ti squadrano (alla ricerca di prove lombrosiane della tua devianza), poi non te lo danno (kel juen lì, a mi me pias no. la ga propi del brut drugà).
A quel punto scattare lo stesso è inutile, o controproducente. Più igienica e sicura la pratica Tafaziana dell'autoflagellazione genitale.
Perciò, la prossima volta che vedete un giovine fotografo saltellare tirandosi bottigliate sul pacco, non giudicate dalle apparenze (brut drugà), ma annuite gravemente, e fate vostro il suo dolore.

NBB
Quando il permesso viene accordato, è anche peggio.
Il soggetto è sotto tiro. Infatti tira la mascella come un pesce-martello. Strabuzza gli occhi come un ipotiroideo. Egli è del tutto incapace di riassumere l'espressione di mezzo minuto fa - non è Robert De Niro - non c'è di che stupirsi. Ti fissa, e senza smettere mai di "sorridere" ventriloqua fra i denti: "Vado bene così?".
Scatti solo per farlo smettere. Te ne vai incazzato senza la foto che volevi, fingendo gratitudine al pirla.


TECNICHE DI RIPRESA DEI PIRLA

I - Tirez sur le cihuaua

difficoltà: media
rischio: basso
indispensabili: un cane, un grandangolo (17/40mm), liquido e cartine per pulire gli obiettivi
funziona bene con: donne divorziate, lolitelle pubescenti, padroni orgoglioni di cani con pedigree. Alcuni punkabbestia (non tutti, e non mentre stanno rollando)

©Marina H. Rukariekic

Il principio è abbastanza semplice. Il soggetto non si incazza perchè non sa di essere il soggetto. La Sciura Brambilla è anzi tutta fiera che mitragli il suo adorato cihuaua Cocò.
O, rispettivamente: Stracciatella (Dalmata, l'avreste indovinato?), Igor Terzo figlio di Kebir Secondo e Ramona di Baviera (Schnauzer Gigante, sguardo mesto, si vergogna del nome e del padrone), Crisi e Rivolta (bastardini sporchi e vivaci, portano la kefiah).
Se sei abbastanza veloce col grandandolo riesci a cogliere il PIRLA che volevi, la somiglianza col cane, e tutto quello che entra nel campo e non sa di esserci.
La parte prevede altresì che mentre scatti tu assuma l'espressione cretina delle mamme coi bebè, emettendo i rituali gorgheggi. Un sintagma-tipo: Ohmachebellobellinoquestobelcagninocagnettozampinibaffettimusettipiccinipicciò.
Se riuscite a dirlo d'un fiato senza mettervi a ridere, questo dovrebbe darvi tempo sufficiente a scattare l'ignaro PIRLA e il suo migliore amico.


NB.
Molti cani cercano di annusare l'obiettivo, alcuni di leccarlo.
Aspettate che si avvicini zoommando indietro, quando apre le fauci per slinguare cominciate a scattare. Il rumore dell'otturatore spaventa gli animali, che assumono un'espressione idiota, fotograficamente interessante (vedi foto).

Inconvenienti:
Non molti. Alcuni cani però sono molto veloci con la lingua, ed è in questo caso che serve il terzo oggetto indispensabile.

1 commento:

Marina H. Rukarijekic ha detto...

Eh, la guardia del corpo mi piacerebbe ma non so se posso permettermela (e se aiuterebbe la naturalezza dei soggetti).
L'ipotesi giusta? Non c'è, l'interpretazione è libera. La mia intenzione non era comunque parlare di obesità, ma cogliere una certa "italianità" nei volti e nelle situazioni. Anche nei culi con scritte, chiaro. Il gruppo non era di pirla, ma di simpatiche giovani ! ciao.